venerdì 28 novembre 2014

SAPERE, CREDERE, CAPIRE


Capire è la necessità intellettuale accanto all’intendimento. Gli umani preferiscono invece credere senza capire, o per non capire. Credendo ognuno può pensare di potere evitare l’atto, quindi anche l’adattamento.
Il vero, per esempio, non ha necessità di essere creduto. Il vero non è reale. Il reale non è il realismo. Quel che si racconta è vero.
Il vero come il reale è indimostrabile. Entrambi, non necessitano della giustificazione, della dimostrazione, dell’argomentazione. Non rispondono al principio del verisimile o del fattibile. Né partecipano al possibilismo o al probabilismo.
Capire è una chance e tuttavia in molti casi non solo non è accolta, ma addirittura è evitata. Capire espone al pericolo dell’Altro. Alle rappresentazioni dell’Altro come pericolo. L’inconscio come pericolo, in quanto indimostrabile.
Non a caso la denominazione di “malattie nervosa” è sorta proprio sull’indimostrabilità di un fondamento organico ai disturbi di varia natura.

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