domenica 30 novembre 2014

ACCETTARE LA MORTE?


La non accettazione dissipa il fatalismo: nulla è e nulla sta. Ciascuna cosa avviene qualificandosi. La nozione di esistenza non è ontologica, ma attuale. Esiste ciò che si dice, ciò che sta nell’atto. Nulla esiste se non si dice, se non entra nella parola.

Il successo dello psicofarmaco


Capire è già un pericolo, per chi sostiene l'idea di una coscienza collettiva.
Il successo dello psicofarmaco sta anche qui.

venerdì 28 novembre 2014

SAPERE, CREDERE, CAPIRE


Capire è la necessità intellettuale accanto all’intendimento. Gli umani preferiscono invece credere senza capire, o per non capire. Credendo ognuno può pensare di potere evitare l’atto, quindi anche l’adattamento.
Il vero, per esempio, non ha necessità di essere creduto. Il vero non è reale. Il reale non è il realismo. Quel che si racconta è vero.
Il vero come il reale è indimostrabile. Entrambi, non necessitano della giustificazione, della dimostrazione, dell’argomentazione. Non rispondono al principio del verisimile o del fattibile. Né partecipano al possibilismo o al probabilismo.
Capire è una chance e tuttavia in molti casi non solo non è accolta, ma addirittura è evitata. Capire espone al pericolo dell’Altro. Alle rappresentazioni dell’Altro come pericolo. L’inconscio come pericolo, in quanto indimostrabile.
Non a caso la denominazione di “malattie nervosa” è sorta proprio sull’indimostrabilità di un fondamento organico ai disturbi di varia natura.

BENESSERE O SALUTE?


La mitologia del benessere si sostiene su una mentalità in cui nella vita intesa come spazialità ideale ontologica ci sarebbe un possibile stato di bene in cui si tratterebbe di misurarsi continuamente per stabilire il tipo di rapporto con l’ambiente, con la società, con il proprio corpo, con se stessi, con gli altri, con gli animali, con il cibo, con i cattivi pensieri, con il sonno, con il sesso, con la fiducia in se stessi e negli altri, con il riso, con la malinconia, con la felicità, con gli amici, con i nemici, con i colleghi, con l’azienda, con il lavoro.... e quant'altro,  come se ogni cosa fosse un’entità stabilita e conosciuta e come se si potesse attuare un principio di padronanza per dirigere quel che accade nella direzione voluta o auspicata. E ogni cosa è pensata come nota nel suo rapporto con il bene presunto.
“So che questo mi fa bene”, “So che questo mi fa stare bene”
Questa mentalità è alla base del sostanzialismo e del mentalismo. 
Due modi dell'illusionismo della padronanza. 
La nozione di mente in voga in questa mentalità è prossima all’idiozia. Un’entità inerte, idiota, che si può ingannare, manipolare, per volgerla dal male al bene. 
Un fardello che ogni umano deve prodigarsi per salvare.

domenica 23 novembre 2014

Il benessere, il lavoro, l'impresa. L’abuso di sostanze psicoattive per il rendimento e l’efficienza


Intervengono

  • FABIO BELTEMPO, segretario provinciale Unione Generale del Lavoro
  • RUGGERO CHINAGLIA, medico, psichiatra, cifrematico
  • STEFANO GRIGOLETTO, farmacista, assessore del Comune di Padova
  • ANNA SPADAFORA, brainworker, psicanalista 

Giovedì 27 novembre 2014 - ORE 20,45
SALA DEGLI ANZIANI - PALAZZO MORONI - PADOVA

 
L’abuso di sostanze psicoattive per il rendimento e l’efficienza
Cosa si fa quando, nel lavoro, si manifesta una diminuzione del rendimento? Cosa si fa, quando compaiono difficoltà a mantenere la concentrazione, a rispettare i tempi, o aumentano gli errori, oppure si presentano sintomi fisici collegati all’attività lavorativa, quali disturbi digestivi, del sonno o stati d’ansia?

Per lo più, ognuno non ritiene necessario capire cosa stia accadendo nella propria vita, ma vuole essere rimesso rapidamente in grado di fornire nuovamente la prestazione standard.

Il rimedio più frequente è una sostanza psicoattiva, il cui compito dovrebbe appunto essere quello di mettere l’uomo robotizzato in condizione di tornare a funzionare come prima, attenuando le sensazioni spiacevoli, il disagio e potenziando le capacità.

Ma che implicazioni ha la rinuncia a interrogarsi su quanto accade? Che effetti produce, nell’immediato e per il futuro, accettare di dipendere da una sostanza per la tranquillità della vita?

Questo incontro ha lo scopo di informare e sensibilizzare la cittadinanza intorno alle conseguenze dell’uso e dell’abuso di sostanze psicoattive, ivi comprese droghe e psicofarmaci. Accade diffusamente, in ambiti, età, circostanze differenti, che sempre più avvenga il ricorso a sostanze che si crede possano sostituirsi a ciò che è necessario fare per attuare il progetto e il programma di vita di ciascuno, senza cogliere con precisione come questo ricorso si frapponga alla riuscita auspicata.

Ingresso libero.
Per informazioni telefonare ai numeri - 049 656218 - 049 8759300
 ruggerochinaglia@infinito.it


mercoledì 12 novembre 2014

Il pericolo chiamato inconscio

Giovedì 13 novembre 2014, alle ore 20,45, nella Sala “Ai caduti di Nassiriya” del Quartiere Centro, in Piazza Capitaniato 1, sotto il volto dell’orologio, a Padova, il dott. Ruggero Chinaglia tiene la conferenza dal titolo
Il pericolo chiamato inconscio. 
Dove si affronta la questione del ragionare senza paura. 
Forse l'immane quantità di psicofarmaci consumata con formidabile faciloneria dipende proprio da questo?
L'incontro si svolge nella serie LE RELAZIONI, LE IDEE, GLI STRUMENTI DELLA VITA, nel dispositivo di insegnamento e formazione intellettuale, "Occasioni di parola", promosso e organizzato organizzato dall’“Associazione cifrematica di Padova”, con il Patrocinio del Comune di Padova.
 

mercoledì 5 novembre 2014

LE RELAZIONI, LE IDEE, GLI STRUMENTI DELLA VITA

 giovedì 6 - 13 - 20 NOVEMBRE 2014 - ore 20.46

alle ore 20,45, nella Sala "Ai caduti di Nassiriya", in Piazza Capitaniato 1, a Padova

 

Giovedì 6 novembre alle ore 20,45, nella Sala "Ai caduti di Nassiriya", in Piazza Capitaniato 1, a Padova  Ruggero Chinaglia tiene la conferenza dal titolo

Il successo


L'ingresso è libero
 Scrivere a ruggerochinaglia@infinito.it  Oppure telefonare ai numeri - 049 656218 - 049 8759300