giovedì 23 luglio 2015

L'"UOMO NERO. FANTASIA DEL BAMBINO O DELLA MAMMA?

Giovedì 23 LUGLIO 2015, alle ore 21 nella Sala del Palazzo Eurobuilding, in Largo Europa 16, scala A, primo piano, il dott. Ruggero Chinaglia, medico, psicanalista, cifrematico tiene la conferenza dal titolo L'"UOMO NERO". FANTASIA DEL BAMBINO O DELLA MAMMA?
La conferenza si situa nella serie d'incontri dal titolo L'INCONSCIO, LA SCRITTURA, organizzati dall'Associazione cifrematica di Padova, con il Patrocinio del Comune di Padova.



Per partecipare occorre iscriversi.

SI PREGA DI PASSARE PAROLA. GRAZIE.

venerdì 22 maggio 2015

"GLI PSICANALISTI"?


Parlare degli psicanalisti è parlare di un concetto che già non ha più a che fare con la psicanalisi né con l’approccio intellettuale. Parlare degli psicanalisti è fare di una posizione una categoria professionale e sociale. Ogni battaglia per il riconoscimento dell’ordine o della categoria degli psicanalisti, o psicoanalisti, è una battaglia sindacale. Apparentemente può sembrare anche una battaglia per la libertà, ma la cosa è solo sfiorata. La battaglia per la libertà non esige l’ordinamento, il catalogo, la categorizzazione di chi si trova in un dispositivo intellettuale. Dispositivo di parola, di scambio, di formazione intellettuale. Il catalogo degli attanti sociali è un’esigenza dell’approccio ideologico protezionistico. Questo approccio ideologico ha come correlato il protezionismo, il monopolio, la gestione di un determinato settore, una volta individuato come fonte di business. Anche la salute oggi è ritenuta un business e la sanità pubblica si costituisce come un cartello per il suo monopolio.
La psicanalisi in nessun modo può inscriversi nel business della salute, perché non è per la guarigione da qualcosa. Si tratta di esperienza della parola, in cui interviene anche la salute, ma in un’accezione differente da quella sanitaria.

mercoledì 22 aprile 2015

DIBATTITO DI UTILITA' SOCIALE SULLA FELICITA'


LA PROMESSA DELLA FELICITA'


L'ABUSO DI DROGA E DI PSICOFARMACI


Mercoledì 22 aprile 2015, alle ore 20,45 nella Sala Consiliare del Quartiere 2 Nord, in Via Curzola, 15, a Padova, la cittadinanza è invitata al dibattito dal titolo LA PROMESSA DELLA FELICITA’ E L’ABUSO DI SOSTANZE PSICOATTIVE.
Intervengono RUGGERO CHINAGLIA, psichiatra, cifrematico, STEFANO GRIGOLETTO, farmacista, assessore del Comune di Padova, ANTONELLA SILVESTRINI, psicanalista, FABRIZIO STELLUTO, giornalista.
Questo dibattito, il quinto sulla questione dell’abuso di sostanze psicoattive, in connessione a differenti temi e questioni che ne possono costituire il pretesto, è organizzato dall’Associazione cifrematica di Padova con il Patrocinio del Comune di Padova.

Per sua natura la felicità è inafferrabile e indefinibile e forse proprio per questo si presta a banalizzazioni e a pseudo ricette per conquistarla. Cosa vuol dire “essere felici”? Come fare per essere felici? Chi non cerca la felicità, prima di tutto?
Ma, di cosa si tratta nella felicità?
Da Epicuro a Seneca, da Siddhartha Gautama al Vangelo di Matteo, da Socrate alla Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti, non c’è chi non invochi e auspichi la felicità, sfociando per lo più nella promessa che essa porrà fine alla sofferenza della condizione umana.
C’è chi anticamente ha situato la felicità nel risultato della “vita buona”, chi l’ha fatta derivare da una particolare disposizione dell’anima o dall’ascesi e chi la fa corrispondere al fine ultimo della vita, una volta liberati dalla paura della morte o di dio. Più modernamente, una certa impostazione scientista ha posto l’attenzione sulla psicologia della felicità, lasciando alle sensazioni individuali di definirla, ma limitandosi a prescriverla o a prometterla suggerendo modi e tecniche per conseguirla, ora come benessere ora come armonia tra il corpo e la mente. Resta però un’idea piuttosto astratta, di cui ognuno si sente tuttavia di vantare il diritto.
La felicità è cercata nei luoghi e nelle circostanze più disparate e anche disperate facendo intervenire anche l’uso della droga, del bere fino a stordirsi o l’abuso di psicofarmaci e di altre sostanze psicoattive per accaparrarsela.
Ogni rivendicazione, ogni protesta, ogni recriminazione sulla felicità sorge in nome di una presunta promessa ricevuta. Caratteristica comune al discorso politico, nelle sue varianti ideologiche, religiose, pedagogiche è la promessa di un avvenire migliore, con il miraggio della salvezza, del successo, del benessere, della liberazione, della guarigione, della catarsi, di una positività totale posta nell’avvenire. In breve, la promessa della felicità. E questo diventa utopicamente il fine della vita, nell’attesa della moratoria. Come fare per un’educazione alla felicità che faccia sì che essa non diventi pretesto e strumento di ricatto e di uso di presunti facilitatori?

SI PREGA DI PASSARE PAROLA. GRAZIE.

mercoledì 8 aprile 2015

L'INCONSCIO, LA SCRITTURA


CHE FACCIAMO NOI QUI


Giovedì 9 aprile 2015, alle ore 21, nella Sala di Palazzo Eurobuilding, in Largo Europa 16, 1° piano, scala A, a Padova, nel quadro degli incontri intorno a L'INCONSCIO, LA SCRITTURA, organizzati dall'Associazione cifrematica di Padova, il dott.Ruggero Chinaglia, medico, psicanalista, cifrematico tiene la conferenza dal titolo CHE FACCIAMO NOI QUI.
                                                                                                                                        
Per partecipare è necessaria l'iscrizione.
Per informazioni telefonare allo 049 656218 o via mail: ruggerochinaglia@infinito.it 

SI PREGA DI DIFFONDERE LA NOTIZIA. GRAZIE.

Che facciamo noi qui


Senza più appartenenza e condiivisione


L'esperienza della parola originaria, esperienza cifrematica, clinica, cifratica non è autoreferenziale. 
Esige la testimonianza non gergale, per cui altri si accorge di un altro modo di parlare e di fare. 
La lingua della parola non è volgare. Ciascuno, come statuto intellettuale, parla un'altra lingua, che non segue il canone della mediocrità o della normalità. E l'intendere avviene nella lingua della proprietà intellettuale, secondo le proprietà della parola e la sua logica, non secondo i convincimenti del discorso comune, che è fantasma di padronanza.
"Non c'è più categoria comune"! Questo è il teorema che indica il viaggio in corso verso la valorizzazione.

giovedì 26 marzo 2015

Il pettegolezzo


“Che si dice? Che si dice? Tutto bene?” 

Ecco un'altra convenzione, posta nel saluto, per espellere la parola e con essa la madre. “Tutto bene!”. Che assurdità.

Senza la madre come indice del malinteso, il fantasma psicotico della maldicenza o della benedicenza è sempre a portata di mano. Come l’idea del malaffare. È questa la base del pettegolezzo, che procede dal parlare facile, dal  parlare attribuito al soggetto, dal parlare da soggetti, creando i personaggi del bene e del male. Il pettegolezzo inscrive in sé l’universo della giustificazione, dell’argomentazione, della dimostrazione, della spiegazione che devono riportare il discorso al fondamento noto per confortare e rinsaldare il soggetto, cioè il rappresentante della stabilità ideale che ognuno crede di dover essere, per credere di capirsi. Fra simili.

Dove c’è soggetto, la parola è espulsa, negata.  

Il lieto fine

COMUNICAZIONE





 Giovedì 26 marzo 2015, alle ore 21, nella Sala di Palazzo Eurobuilding, in Largo Europa 16, 1° piano, scala A, a Padova, nel quadro degli incontri intorno a L'INCONSCIO, LA SCRITTURA, organizzati dall'Associazione cifrematica di Padova, il dott.Ruggero Chinaglia, medico, psicanalista, cifrematico tiene la conferenza dal titolo IL LIETO FINE. Per partecipare è necessaria l'iscrizione.