giovedì 26 marzo 2015

Il pettegolezzo


“Che si dice? Che si dice? Tutto bene?” 

Ecco un'altra convenzione, posta nel saluto, per espellere la parola e con essa la madre. “Tutto bene!”. Che assurdità.

Senza la madre come indice del malinteso, il fantasma psicotico della maldicenza o della benedicenza è sempre a portata di mano. Come l’idea del malaffare. È questa la base del pettegolezzo, che procede dal parlare facile, dal  parlare attribuito al soggetto, dal parlare da soggetti, creando i personaggi del bene e del male. Il pettegolezzo inscrive in sé l’universo della giustificazione, dell’argomentazione, della dimostrazione, della spiegazione che devono riportare il discorso al fondamento noto per confortare e rinsaldare il soggetto, cioè il rappresentante della stabilità ideale che ognuno crede di dover essere, per credere di capirsi. Fra simili.

Dove c’è soggetto, la parola è espulsa, negata.  

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